“Abrahadabra” è un riflesso dei miei sentimenti esasperati. È il primo tentativo di realizzare la mia idea di “rock pittorico”, cioè la composizione di suoni che riproducano una sequenza di immagini mentali. In effetti tutte queste tracce strumentali hanno alle loro spalle una storia di vita vissuta. Nel libretto che accompagna il CD sono contenuti vaghi accenni a queste storie, per esempio “Route” è la storia di una cerimonia funebre e riproduce il lamento sul corpo del defunto alla maniera della cultura orientale. Oppure “Told to the Bird” è il racconto in chiave ritualistica della mia confessione a uno stormo di uccelli in volo… In una parola, mentre componevo questo album, mi sentivo realmente malato d’amore, idealista e offeso.